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sabato 1 gennaio 2011

Preghiere per il nuovo anno

Facebook (e Internet) per il nuovo anno

Cari amici di FB, sono sempre felice di avere vostre notizie e darvi le mie, di scambiare con voi musica che mi piace e immagini divertenti. Però, per il 2011 (e speriamo per tutti i secoli dei secoli) vi prego delle seguenti cose:



  1. Non mi mandate messaggi collettivi, che poi innescano decine di risposte collettive ecc. Quando vedo l'icona del messaggio spero sempre che sia una "letterina" inviata a me personalmente da qualche amico, e ci rimango male quando scopro che si tratta di un messaggio inviato a decine di persone, magari da qualcuno che conosco appena.
  2. Non mi invitate a concerti a più di 100 km da casa mia, e comunque non mi coinvolgete negli inviti di gruppo. Come potete immaginare, non mi posso permettere di prendere l'aereo personale e recarmi a cinque-seicento km di distanza solo per vedere il concerto o partecipare alla festa al pub di un conoscente di FB. Mi piacerebbe molto, ma ancora non guadagno come Bill Gates...
  3. Non mi mandate invettive di stampo politico (e, se mi ascoltate, non pubblicatele nemmeno sulla vostra bacheca). La politica non si cambia su Facebook e comunque, quando si siede al PC a passare il tempo, uno non vorrebbe farsi venire l'acidità di stomaco vedendosi riproposti anche in Internet i problemi che già affronta tutti i giorni.
  4. Non mandate petizioni (nemmeno per e-mail), perché tanto le raccolte di firme non autenticate da funzionari dello stato a ciò preposti servono solo a sporcare della carta (o a sprecare banda Internet).
  5. Adoperate Internet e Facebook come se fosse una risorsa non rinnovabile. Il fatto che sia gratuita e apparentemente infinita non vuol dire che sia ammesso pubblicare qualsiasi sciocchezza. Esiste anche un'ecologia della mente e, proprio come avviene quando si tocca il pattume, a leggere idiozie e cattiverie ci si "sporca" i pensieri.
  6. Usate il meno possibile il turpiloquio. Usando continuamente espressioni di provenienza sessuale o coprolaliche si stanca l'uditorio (o in questo caso il lettore) e non si aggiunge maggiore forza allo scritto, perché tanto oggi la parola "cazzo" la usano anche all'asilo infantile. Anche in questo caso, si tratta solo di detriti che mascherano la profondità (o, più spesso, la superficialità) del pensiero.

Se proprio non vi riesce di esaudire queste mie preghiere, non abbiatevela a male se vi "nasconderò". Sarà come sapervi in un'altra stanza: continuerò a volervi bene ma non sarò costretto a subire il "rumore" che fate.

Con affetto

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