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mercoledì 24 ottobre 2012

Orario delle lezioni 2012-2013 prof. Simoncini

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Alcune notizie e qualche riflessione...

Gentili Studenti, alcune notizie e qualche riflessione.


Mi scuso con chi non capisce l'italiano, ma le cose che devo dire sono troppo particolari perché io tenti di esprimerle in tedesco.


Venerdì 2 novembre, iniziano le lezioni di Esercitazioni Corali e di Musica vocale d'insieme.

Gli orari vi sono stati già inviati. Li trovate comunque nel blog.

Quest'anno, proseguendo nell'opera di razionalizzazione NECESSARIA per il passaggio dal vecchio ordinamento ai nuovi corsi, ho suddiviso l'anno accademico in due periodi quasi uguali, da novembre a febbraio compreso e da marzo a parte di giugno.

Studenti del vecchio ordinamento: potete frequentare il venerdì dalle 16 alle 18. 

Studenti del triennio per strumentisti: venerdì dalle 14 alle 16. O venite nel primo periodo e fate le vostre 24 ore, O venite nel secondo periodo e fate le 24 ore lì. I programmi che studieremo saranno diversi e non vorrei che "saltellaste" facendo un po' di ore nel primo periodo e un po' nel secondo. Tra l'altro, le ore previste dai nuovi ordinamenti (24) sono già vergognosamente poche, e per di più è prevista la possibilità di frequentarle solo all'80%, quindi di fare 20 ore. La frequenza assidua, regolare e partecipativa è a tutto VOSTRO vantaggio, io non guadagno di più né di meno.

Studenti del biennio cantanti: il sabato, dalle 9 alle 11. Questo orario è stato scelto perché molti lavorano e hanno libero giusto il sabato.

Studenti del triennio cantanti: il sabato, dalle 11 alle 13. Stesso discorso relativo al biennio.

Studenti dei corsi preaccademici: il sabato pomeriggio, dalle 15 alle 17. Questo orario è stato scelto perché molti studenti dei corsi preaccademici vanno a scuola e di sabato di solito non ci sono rientri, e c'è la domenica per fare i compiti.

La sera del venerdì, anche se nell'orario compare la sigla VO, vorrei avviare un coro da camera, destinato a fare concerti. Alcuni di voi me lo hanno proposto e io prendo la proposta sul serio.

IN CASO DI PROBLEMI NEGLI ORARI:

IN GENERALE non vorrei incroci strani e scambi di corsi: la cosa mi crea sempre problemi nella tenuta dei "conti" delle ore e io non ho, come gli insegnanti di strumento, solo una decina di studenti: ne ho sempre più di cento, e ogni "variazione" è per me fonte di confusione e maggior lavoro.

SE QUALCUNO proprio non può frequentare nelle ore "sue", solo in caso di estrema emergenza, è possibile qualche cambiamento, ma con le seguenti modalità:

NON si può passare da un corso più "difficile" a uno più "facile": chi deve fare il triennio strumentisti non si renda ridicolo chiedendomi ad esempio di frequentare i corsi preaccademici. I programmi saranno forzatamente diversi e le voci, nei due corsi, è previsto abbiano diverse capacità, per cui SI PASSA SOLO da un corso più FACILE a uno più DIFFICILE. E si passa solo da un corso più BREVE a uno più LUNGO, impegnandosi a frequentarlo TUTTO. I corsi hanno un obiettivo didattico pensato per il rispettivo numero di ore, e fare solo la metà di un corso è inutile e insensato.

Inoltre non posso mescolare, per motivi di capacità vocali, i cantanti con i non cantanti.

E veniamo al discorso del coro da camera del venerdì sera:
A questo possono partecipare tutti coloro che ne hanno i mezzi: voci già "cambiate" per i maschi, e lettura musicale abbastanza pronta. Gli studenti di triennio impossibilitati a frequentare nel loro orario possono far parte del coro da camera ma, siccome questo lavora per fare concerti, SI DEVONO IMPEGNARE a partecipare quanto basta e a fare i concerti. Non voglio lavorare con un certo numero di persone che poi, fatte le 24 ore del triennio, si fanno firmare il libretto e scompaiono nel nulla. Se volete fare il coro da camera, venite tutti i venerdì sera dell'anno, e fate i concerti.
Il coro da camera studierà un repertorio piuttosto difficile: per questo motivo NON saranno lezioni di solfeggio ma di musica. Chi partecipa dovrà studiare le parti A CASA e saperle in modo accettabile quando viene a prova. Si vedano a questo punto le "riflessioni" più oltre

Ricordo a tutti che la cosiddetta IDONEITÀ per gli studenti di triennio NON È automatica facendo le 24 ore: bisogna partecipare ai saggi e concerti previsti ed ESSERE IDONEI: il giudizio spetta a me, e giudicherò sulla base di: educazione vocale nel cantare (e umana nel comportamento), lettura della musica, assiduità e maturità artistica. Se questi requisiti non saranno soddisfatti, NON rilascerò l'idoneità.

Per quanto ho dimenticato, ci sono gli ORARI DI RICEVIMENTO: per piacere, non mi chiedete, salvo casi speciali, informazioni su Facebook, per SMS, o per telefono alle 23 del sabato (è successa anche questa). Potete venire a trovarmi il sabato pomeriggio dalle 14 alle 15, come da orario. NON venite, se potete, nelle altre ore e, sempre se potete, non mi fermate nel corridoio, alla macchinetta del caffè o sulla porta del bagno per chiedermi quando potete venire a lezione. Il mio contratto non prevede l'assistenza 24/7, non sono la Croce Rossa.

Farò del mio meglio per agevolarmi ma NON mi chiedete esoneri (non li rilascio io), occhi di riguardo (io ho un occhio di riguardo per tutti), permessi speciali, presenze false (ASSOLUTISSIMAMENTE NO) e in generale non mi chiedete di andare contro il VOSTRO interesse rinunciando a insegnarvi la mia materia.

Non posso tenere conto di chi lavora, è padre o madre, abita lontano e cose consimili: sono tutte realtà a cui bisogna pensare quando ci si iscrive in conservatorio. Quando ci si iscrive a un liceo, a nessuno viene in mente di chiedere se può evitare di frequentare Latino o Biologia perché non ha tempo o abita distante. Non vedo con quale logica possa venire in mente di non frequentare Esercitazioni Corali se si è iscritti in Conservatorio.

E per quanto riguarda le notizie, per ora, basta.

Ed ecco le riflessioni, che non vogliono assolutamente essere lagnose, ma semplicemente farvi riflettere, appunto.


Il canto, per un musicista, è fondamentale. Chi studia storia della musica si imbatte continuamente in questa realtà, evidente dall'esperienza pratica dei musicisti e dagli studi di storici, psicolinguisti, ecc.
Quando si suona, spesso l'insegnante dice "canta", intendendo che lo studente deve suonare conferendo alla sua musica quella "vita" che è emanazione diretta del respiro, a imitazione del canto, per l'appunto. Chi non sa cantare, difficilmente avrà facilità nel suonare. Certo, le note si possono fare sempre, ma quello che viene fuori è, al massimo virtuosismo, non musica.
Esiste tra l'altro una relazione molto stretta tra la lingua parlata e i differenti problemi da risolvere nello studio della musica, ma questo non è lo spazio adatto per parlarne. Basti dire che al canto si dava, in passato, quando i conservatori erano molto più serveri, una grandissima importanza: gli esercizi di solfeggio del Pozzoli, ad esempio, che oggi è comune eseguire come "solfeggi parlati", erano tutti brani da cantare, anche quelli più difficili. Semplicemente si pensava che un musicista dovesse essere in grado di cantare anche con quelle ritmiche difficili, e in un certo senso fosse in grado di "sentire" nella testa la musica solo leggendo uno spartito.

Il canto corale ha parecchi vantaggi: permette di non cantare da soli (ci si vergogna meno), consente di "appoggiarsi" ai più bravi, e, come dico sempre, è soprattutto IL MOMENTO IN CUI SI FA MUSICA SENZA PREOCCUPARSI PER LA TECNICA DELLO STRUMENTO.
Le lezioni di Esercitazioni Corali sono quindi importantissime per abituarsi alla musica d'insieme prima della (o oltre alla) frequenza di Esercitazioni Orchestrali e di Musica da camera, d'insieme per fiati, per archi, ecc.

Certo, le lezioni di Esercitazioni Corali possono essere noiose:
- Se non si sa leggere la musica e non si sa la parte
- Se ci si sgomenta di fronte a un testo in una lingua diversa dalla propria
- Se si viene in Conservatorio perché "fa figo" ed è una scuola di "bravi ragazzi" (mah....)
- Se si viene in Conservatorio perché si vuole solamente andare a suonare nella banda del paese e appendere il diploma in salotto, insieme ai premi sportivi e al ritratto della nonna.

Se volete imparare a suonare, non potete trascurare NIENTE!!! Dovete saper leggere la musica, conoscere l'armonia, sapere la storia della musica (non si finisce mai d'impararla), possibilmente sapervi destreggiare in inglese e francese (il tedesco è ovvio, e molti di voi lo parlano correntemente). sapere anche un po' di latino e soprattutto AVERE LA MENTALITÀ dello studioso, quasi dello SCIENZIATO.

Non basta imparare le note e i colpi d'arco o le legature, per fare il musicista, come non basta imparare le poesie a memoria per fare l'attore.
Gli attori imparano i testi da recitare, la pronuncia, i movimenti, le pause, i respiri...
I musicisti ANCHE, ma in più imparano la tecnica dello strumento.

Un musicista DEVE essere come un attore: quando suona o canta deve "raccontare" qualcosa, creare un percorso logico nelle note che produce, individuare i nessi e le strutture del brano che sta suonando, in una parola deve RECITARE o meglio ancora CANTARE qualcosa che vada oltre i semplici suoni del suo strumento.
Se così non fosse, perché non fare suonare le sinfonie di Beethoven a un computer? La macchina è sicuramente più precisa e infaticabile dell'Uomo...

Quando chiediamo consiglio a una persona, di solito questa ci da un consiglio sulla base dei risultati che ha ottenuto.

Osservate BENE chi vi dice che cantare in coro NON serve, e valutate bene se volete ottenere gli stessi risultati e diventare come quella persona.

Non vi  ho scritto questa lettera per magnificare le qualità della mia materia: a me non importa molto essere "gettonato" dagli studenti, e se anche non viene nessuno non mi sento proprio "avvilito"... Al massimo mi sento come chi offre una fetta di torta e se la sente rifiutare. Io vi offro una cosa "buona", se voi non la volete, sono affari vostri. 
Ma come vostro insegnante, mi corre l'obbligo educativo di incitarvi al massimo alla frequenza di tutte le materie, compresa la mia. Chi ha creato i programmi di conservatorio, vecchi e nuovi, non lo ha fatto "tirando i dadi". 

Se volete divertirvi a coro, esercitatevi a casa; imparate le parti che dovete cantare, con le parole nella lingua giusta, e possibilmente cercate di sapere che cosa state cantando. In musica quello che si sa non è mai "abbastanza" e. se alla lezione di Esercitazioni Corali sarete in grado di cantare e fare musica, invece di leggere penosamente le parti con me che vi suono il tastino del pianoforte, vi divertirete immensamente di più e migliorerete sensibilmente la vostra preparazione di musicisti.

Ci vediamo in sala piccola

Buon anno accademico

Marco Simoncini

venerdì 17 agosto 2012

Tempo di esposizione: un trilionesimo di secondo

Arriva dal MIT la più veloce macchina fotografica di sempre, in grado di fotografare eventi come "pezzi" di luce che si spostano per una stanza o attraversano una bottiglia di un noto liquido mefitico (che non ha  nemmeno sponsorizzato le ricerche). Il tempo di esposizione è pari a un trilionesimo di secondo, ovvero, per noi italiani che non siamo abituati alle cifre alla Paperon De Paperoni, un milionesimo di milionesimo di secondo. La nuova tecnica viene anche detta, infatti, Femtofotografia.

Data l'enorme quantità di dati raccolta anche solo in un decimo di secondo, se lo "scatto" delle foto è il più veloce di sempre, la preparazione dei dati "dopo" richiede alcune ore. Per questo gli scienziati del MIT dicono di avere realizzato "la più lenta macchina fotografica più veloce del mondo".

Ecco il filmato, molto suggestivo.





E un altro filmato, con la presentazione di Ramesh Raskar




Acquistate questa macchina e finalmente potrete girare fantastici filmati mentre gridate "Italia UNO!" e mangiate un'anguria in un solo boccone!


domenica 29 luglio 2012

Tasse scolastiche - Lo stramaledetto versamento sul conto 1016

Scorciatoie:  l'IBAN per pagare le tasse scolastiche tramite banca
                       il postagiro per chi ha BancoPosta


Non mi assumo responsabilità sul funzionamento di quanto descritto e sulla validità legale dei pagamenti fatti con le procedure descritte

Immagine da http://espanglis.files.wordpress.com

La Via Crucis..

È da quando vado a scuola, almeno dalle medie inferiori, che ogni anno mi trovo a domandarmi perché, per cifre pidocchiose (una volta erano sessanta lire, ora sono 21,44 Euro) devo affrontare una coda all'ufficio postale e perdere, a seconda della posizione geografica in cui mi trovo, da una a due ore in una bolgia infernale.


Dato che ormai siamo nel 2012, quest'anno mi sono intestardito a voler fare i versamenti (per mia figlia, perché i tempi sono cambiati) tramite online banking.
Avendo BancoPosta, provo a cercare il bollettino precompilato. NIENTE!
Allora provo a compilare un bollettino in bianco: quando il sistema "legge" il ccp 1016, mi rimanda automaticamente al bollettino premarcato.
Quando compilo il bollettino premarcato, il sistema mi chiede la typeline e il codice, che sono quei due numeri stampati in basso nei bollettini cartacei. Oh sistema idiota, pensato da minus habens: se devo andare in conservatorio a farmi dare il bollettino cartaceo, tanto vale che mi fermi alla posta a pagarlo, e così butti via comunque del tempo.
Mi viene in mente di aver sentito dire tempo fa che le tasse adesso devono essere pagabili anche via online banking e razzolo in internet. Su un sito governativo trovo il pdf che riporto sotto.
Se ho capito bene l'articolo del decreto che riproduco di seguito, le istituzioni (quindi anche i conservatori) sarebbero obbligati a fornire tutte le informazioni necessarie per consentire al cittadino di effettuare i pagamenti tramite Internet:



Effettivamente, datosi che il decreto è entrato in vigore il 6 luglio 2012, quindi solo una ventina di giorni fa, sarebbe credere nelle fate il pensare che le varie istituzioni si siano già messe al passo.


Grufolando in Internet, però, trovo una pagina del Conservatorio di Trieste , che già contiene l'IBAN per fare il versamento delle tasse scolastiche tramite banca:

Tasse erariali:
c/c postale n. 1016
oppure
c/c bancario IBAN: IT45 R 0760103200 000000001016
intestato a "Agenzia delle Entrate - Centro Operativo di Pescara - tasse scolastiche"
causale "COGNOME NOME STUDENTE - Tassa ……(specificare)".

Bene, a quanto pare questo dovrebbe essere l'IBAN per pagare il 1016, ma non me ne assumo la responsabilità, perché io ho BancoPosta, e per questi pagamenti l'IBAN in questione non viene accettato. Il sistema (idiota) visualizza una graziosa finestra di avvertimento in cui si specifica che per mandare denaro a un'altro utente delle Poste bisogna utilizzare il POSTAGIRO.
Fatevi animo, che ci siamo quasi.
Raggiunta con animo tremulo la pagina dei postagiri, inserisco i seguenti dati nella sezione Conto Banco-Posta del beneficiario:

Numero: 1016
Intestatario: AG. ENTRATE C. OP.VO PESCARA TASSE SCOLASTICHE C/O SERV. DATA ENTRY

Quindi inserisco l'importo e completo il pagamento come usuale con BancoPosta.
A quanto pare ce l'ho fatta.

ORA VIENE IL BELLO: LE MIE RICEVUTE DI BANCOPOSTA ONLINE VERRANNO ACCETTATE DAL CONSERVATORIO O SARANNO RIGETTATE COME "ARNESI DEL DIAVOLO"?


Il seguito alla prossima puntata...


martedì 29 maggio 2012

Il museo dei suoni a rischio di estinzione

Ricevo da un amico, tramite Facebook, il link a questa curiosa pagina. A parte l'inquietante espressione da nerd senza speranze che l'autore della pagina assume nella sua foto (credo e spero che sia fatta apposta), l'idea non è male.
Quello che è triste, per uno che come me compie proprio oggi 53 anni, è dover considerare che alcuni suoni (e relativi dispositivi) che nel mio immaginario sono ancora attualissimi e frutto di tecnologie fantascientifiche, per altre e più giovani menti sono "old technologies" da preservare come la mummia di Nefertiti o giù di lì.
Anyway, questo è il link
Museum of the Endangered Sounds
Enjoy!

domenica 25 marzo 2012

I Troll

L'avvento di Facebook e di altri strumenti di social networking la cui interfaccia è particolarmente facile da gestire ha consentito l'accesso a un numero enormemente superiore, rispetto a qualche anno fa, di utenti e di... fetenti.

Il termine troll ha una radice antica, ma in relazione a Internet indica sostanzialmente un tizio (o una tizia, per pari opportunità) che si diverte a fare arrabbiare gli altri con interventi a sproposito, offensivi o comunque irritanti.

È una questione di controllo, che i poveretti esercitano su Internet non essendo in grado di esercitarlo nella vita (posto che esercitare il controllo sia una cosa interessante, del che dubito fortemente).

Wikipedia definisce il troll informatico così:

Con il termine troll, nel gergo di Internet e in particolare delle comunità virtuali, si indica una persona che interagisce con gli altri utenti tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente senza senso, con l'obiettivo di disturbare la comunicazione e fomentare gli animi.(...)


E in questo sito (in inglese) potete trovare addirittura la classificazione tassonomica dei Troll, che comunque a noi interessa poco se non a livello di accademia. 

Ora, come diceva la mia mamma, la cosa migliore, quando qualcuno ti vuole fare arrabbiare, è ignorarlo. In questo modo il suo desiderio di controllo verrà frustrato e tutta la sua operazione psicominchionica andrà a carte quarantotto.

Su Facebook, in particolare, c'è una quantità di pagine, gruppi, e personaggi trollerecci. Se ci si imbatte in una di queste povere anime tormentate dall'onanismo, è tassativo procedere come segue:

1) NON inviare messaggi di protesta, che è proprio ciò che il troll vuole. Non insultare, non usare l'ironia, semplicemente non commentare e non comunicare con il troll. In questo modo non si contribuisce ad aumentare il "pubblico" del troll, e si frustra invece la sua mal riposta voglia di essere al centro dell'attenzione.

2) NON commentare comunque, perché su FB se commentiamo qualcosa, vedranno tale cosa anche molti, se non tutti, dei nostri "amici" e quindi la trollata verrà diffusa ulteriormente, a tutto vantaggio del troll e della sua vis masturbatoria.

3) Eventualmente, SEGNALARE la pagina alle divinità di Facebook, sperando che non siano troppo impegnati a contare i soldi per prendere in considerazione la pagina stessa e bloccarla.

4) Confidare nel Karma, che sicuramente porterà al troll una reincarnazione in un vaso da notte, che è sempre una cosa più utile di un troll.

PER SEGNALARE LE PAGINE CON L'INFAUSTO FORMATO "DIARIO" DI FACEBOOK:

Dato che le cose semplici al mondo hanno sempre vita breve, FB si è inventato il formato diario, che molti, me compreso, trovano fastidioso e dispersivo. In particolare, per trovare il "bottone" per segnalare una pagina, bisogna raspare un bel po'.

Si fa così:

Fate clic sulla freccetta a destra del pulsante "Messaggio":
Verrà visualizzato un menu a discesa. Selezionate "Segnala pagina"
Di lì in poi la strada è in discesa: seguite le istruzioni, inserite i motivi per cui segnalate la pagina e inviate a Zuckenberg con l'apposito pulsante.

Al termine, ed è molto importante, CANCELLATE DALLA VOSTRA MENTE LA PAGINA TROLLA!
Il mantra è: "Le cose brutte al mondo esistono e non a tutte posso porre rimedio. Prenderne coscienza non può farmi che bene, ma non deve rovinare la mia armonia col tutto". 

In alternativa, mandate al troll tutti i morti della tradizione romanesca, ma sempre, ricordate, solo nella vostra mente e non tramite Internet.

Namasté

lunedì 9 gennaio 2012

Andiamo tutti a studiare al MIT!

Leggo su Forbes, tramite LinkedIn, un articolo che ritengo molto indicativo di come la didattica possa e DEBBA cambiare molto rapidamente, per evitare molti dolori a chi resta indietro...

In poche parole, il MIT, ovvero il Massachusetts Institute of Technology, una delle università e centri di ricerca più prestigiosi, se non la più prestigiosa per la scienza, al mondo, mette a disposizione una vasta scelta dei propri corsi, online e in forma completamente gratuita. L'articolo è qui.

I corsi saranno aperti a tutti e, mentre non daranno diritto a una delle prestigiose lauree del MIT, consentiranno di conseguire un certificato di completamento dei vari corsi. Per mantenere ben separate le due cose, verrà creata un'apposita fondazione parallela, che si occuperà solo dell'istruzione online e che emetterà i suddetti certificati.

Trovo che tali iniziative (intendo i corsi online) sarebbero tanta manna anche in Italia, dove invece siamo all'incirca all'età della pietra o prima. Credo fermamente che "regalare" i corsi, a lungo andare paghi, proprio in termini economici. Un ampliamento dell'istruzione non può portare, fatalmente, che a una maggiore "domanda" di istruzione, che è proprio ciò che attualmente sembra sempre più assente dai pensieri dell'umanità.

Un altro interessante articolo su Forbes, dello stesso autore e sullo stesso argomento, ricorda tra l'altro alcuni "luminosi" esempi di come grandi "attori" della scena economica, uno tra tutti Kodak, non abbiano saputo sentire l'aria che cambiava e abbiano ricevuto un severo ridimensionamento della loro posizione sul mercato, per non essere stati in grado di aggiornarsi e adeguarsi ai nuovi strumenti tecnologici.

Gli articoli sono in inglese. Non sapete leggere l'inglese? È il momento di cercarsi un bel corso di lingua online!

I conservatori e gli insegnanti...












Traggo spunto da un articolo comparso sul Corriere della Sera e postato da qualcuno su Facebook: http://www.corriere.it/cultura/11_novembre_21/salvia-musica-maestri-congelate-cattedre_55158582-145a-11e1-ab68-9c5b3cac959b.shtml

Molti colleghi si sono pronunciati, nel tempo (la cosa non è di oggi ma dura da anni) a favore, e molti contro, ma non mi convincono completamente le ragioni né degli uni, né degli altri.
Il problema è articolato e la sua soluzione, per come si prospetta attualmente, è la solita porcheria all'italiana, che tenta di non scontentare nessuno e finisce per scontentare tutti.

In sintesi, si tratta di questo: la prassi normale per l'assunzione degli insegnanti di conservatorio prevedeva, sino a pochi anni fa (una decina) che il "candidato" si iscrivesse in una graduatoria nazionale, e che da tale graduatoria i conservatori dovessero "pescare" per trovare i propri docenti e coprire le cattedre rimaste vacanti per pensionamento o prematura defunzione del titolare. Una volta assunti a tempo indeterminato, gli insegnanti potevano (e possono tuttora) chiedere il trasferimento ad altra sede, ad esempio perché più vicina alla città in cui abitano. Era (e in certa misura è ancora) perciò normale che un insegnante di conservatorio accettasse sedi anche lontanissime da casa, nella speranza, una volta di ruolo, di potersi "avvicinare".

Negli anni questa pratica è tra l'altro divenuta sempre più difficile perché, mentre un tempo (diciamo una trentina di anni or sono) gli insegnanti avevano diritto, come dipendenti statali, all'abbonamento gratuito ai treni, con il tempo l'abbonamento è divenuto scontato, poi è scomparso del tutto. E gli insegnanti, si ricordi bene, si devono pagare TUTTO quanto riguarda il loro spostamento verso la sede di pernottamento. E su stipendi che si aggirano in media sui 1600 - 1700 Euro al mese, la cosa non è senza rilevanza. Chiuso l'inciso, che peraltro andava fatto perché alcuni ancora pensano che insegnare in conservatorio sia redditizio e sia una sinecura.

Comunque, attualmente, mi pare dal 2000, è nata la pratica di "congelare" le cattedre, per assegnarle diversamente. In pratica, quando una cattedra rimane scoperta perché il titolare ad esempio va in pensione, il conservatorio può decidere di "congelare" una cattedra e non renderla disponibile per l'assunzione a tempo determinato. Il conservatorio predispone poi una graduatoria d'istituto e preleva il proprio insegnante da tale graduatoria.

Apparentemente, per quanto vessatoria nei confronti di coloro che con tanta fatica si sono "introdotti" nelle graduatorie nazionali, la pratica potrebbe essere vantaggiosa, consentendo ai conservatori di "scegliere" i propri insegnanti tra i più meritevoli. È quanto afferma nell'articolo Carioti e potrebbe essere anche vero, se non ci fossero alcuni problemini dovuti alla solita mancanza di completezza dei provvedimenti nel Bel Paese.

Infatti, quando esiste una discrezionalità, dovrebbe esistere anche una "punizione" per chi sbaglia o adopera in modo mafioso la propria discrezionalità: se un conservatorio assume un insegnante "sbagliato", invece, chi ci rimette sono solo gli studenti. Se avessimo un sistema all'americana, dove le università non sono tutte uguali, e ci sono (e la gente lo sa) università di serie A e di serie B (e C, ecc..-), il discorso potrebbe filare. Se il conservatorio assume un insegnante incapace, lo stato continua a pagare tutti, gli studenti si ritrovano un docente inefficace ma alla fine racimolano comunque un titolo di studio valido su tutto il territorio della Repubblica. Mentre in un sistema ideale i conservatori sarebbero in competizione tra di loro, i titoli di studio non sarebbero tutti uguali (ovvero esisterebbero dei conservatori il cui titolo è più prestigioso), non avrebbero comunque valore legale (e così ci toglieremmo dai piedi tutti coloro che sperano in un titolo in conservatorio al solo scopo di avere un "pezzo di carta") e soprattutto gli studenti PRETENDEREBBERO insegnanti di livello adeguato, perché sarebbero loro a pagare direttamente.

Allo stato attuale delle cose, poi, non è comunque giusto cambiare le regole a gioco in corso. Chi con molta fatica è entrato in graduatoria (magari con un concorso che prevedeva anche esami e non solo con la letterina raccomandata dei titoli...) ha diritto al famoso trasferimento, senza se e senza ma. Parlo pro domo mea, certo, ma anche in nome di tutti coloro che sono in graduatoria da anni, magari da decenni (l'orale del concorso della mia materia si è svolto nel 1994) e si vedono superati da colleghi che in alcuni casi sono più bravi, (e poi, che cosa vuol dire "più bravi"? Ci sono concertisti eccellenti che sono insegnanti improponibili) ma che in altri casi sono semplicemente "del posto" e conoscono direttori e componenti dei consigli accademici. Anche una volta esistevano assunzioni "per chiara fama" che gridavano vendetta al cospetto di Dio, ma allora i direttori non erano transeunti e con quelle mosse potevano anche attirarsi un fiume di fastidi legali.

Oggi "sorpassare" un collega è perfettamente legale, ma è da dimostrare che "faccia bene" al conservatorio. E comunque, bisognerebbe almeno avere la buona creanza di esaurire la permanenza in servizio di coloro che sono entrati con le "vecchie regole" e che hanno impostato la propria vita e quella dei propri cari sulla possibilità, un giorno, di "insegnare vicino a casa". Ripeto, parlo sicuramente pro domo mea, perché sono decenni che insegno in conservatori che sono sempre ad almeno cinque o sei ore di treno da casa, e sarei anche un po' stufo. Ma parlo anche a nome di tutti coloro che per fare quelle "dodici ore" la settimana, che scritte così sembrano un insulto a chi "lavora davvero", si fanno, pagandoseli di tasca propria, viaggi a volte più lunghi delle ore di lavoro effettivamente svolte. E la soluzione delle cattedre congelate non è altro che un peggioramento, la solita pioggia su un bagnato che ormai è quasi un'alluvione.

Quando avremo il coraggio di rivoluzionare davvero il sistema universitario e scolastico? Quando elimineremo, finalmente, il valore legale dei titoli di studio? Quando faremo pagare gli studi a chi vuole studiare, eventualmente aiutando i meritevoli con borse di studio efficaci e mandando gli svogliati a cavare patate nei campi? Quando avverrà che le scuole che sbagliano politica nella conduzione della propria azione didattica vengano lasciate senza fondi e CHIUDANO?

Sarà sempre troppo tardi.