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lunedì 9 gennaio 2012

Andiamo tutti a studiare al MIT!

Leggo su Forbes, tramite LinkedIn, un articolo che ritengo molto indicativo di come la didattica possa e DEBBA cambiare molto rapidamente, per evitare molti dolori a chi resta indietro...

In poche parole, il MIT, ovvero il Massachusetts Institute of Technology, una delle università e centri di ricerca più prestigiosi, se non la più prestigiosa per la scienza, al mondo, mette a disposizione una vasta scelta dei propri corsi, online e in forma completamente gratuita. L'articolo è qui.

I corsi saranno aperti a tutti e, mentre non daranno diritto a una delle prestigiose lauree del MIT, consentiranno di conseguire un certificato di completamento dei vari corsi. Per mantenere ben separate le due cose, verrà creata un'apposita fondazione parallela, che si occuperà solo dell'istruzione online e che emetterà i suddetti certificati.

Trovo che tali iniziative (intendo i corsi online) sarebbero tanta manna anche in Italia, dove invece siamo all'incirca all'età della pietra o prima. Credo fermamente che "regalare" i corsi, a lungo andare paghi, proprio in termini economici. Un ampliamento dell'istruzione non può portare, fatalmente, che a una maggiore "domanda" di istruzione, che è proprio ciò che attualmente sembra sempre più assente dai pensieri dell'umanità.

Un altro interessante articolo su Forbes, dello stesso autore e sullo stesso argomento, ricorda tra l'altro alcuni "luminosi" esempi di come grandi "attori" della scena economica, uno tra tutti Kodak, non abbiano saputo sentire l'aria che cambiava e abbiano ricevuto un severo ridimensionamento della loro posizione sul mercato, per non essere stati in grado di aggiornarsi e adeguarsi ai nuovi strumenti tecnologici.

Gli articoli sono in inglese. Non sapete leggere l'inglese? È il momento di cercarsi un bel corso di lingua online!

I conservatori e gli insegnanti...












Traggo spunto da un articolo comparso sul Corriere della Sera e postato da qualcuno su Facebook: http://www.corriere.it/cultura/11_novembre_21/salvia-musica-maestri-congelate-cattedre_55158582-145a-11e1-ab68-9c5b3cac959b.shtml

Molti colleghi si sono pronunciati, nel tempo (la cosa non è di oggi ma dura da anni) a favore, e molti contro, ma non mi convincono completamente le ragioni né degli uni, né degli altri.
Il problema è articolato e la sua soluzione, per come si prospetta attualmente, è la solita porcheria all'italiana, che tenta di non scontentare nessuno e finisce per scontentare tutti.

In sintesi, si tratta di questo: la prassi normale per l'assunzione degli insegnanti di conservatorio prevedeva, sino a pochi anni fa (una decina) che il "candidato" si iscrivesse in una graduatoria nazionale, e che da tale graduatoria i conservatori dovessero "pescare" per trovare i propri docenti e coprire le cattedre rimaste vacanti per pensionamento o prematura defunzione del titolare. Una volta assunti a tempo indeterminato, gli insegnanti potevano (e possono tuttora) chiedere il trasferimento ad altra sede, ad esempio perché più vicina alla città in cui abitano. Era (e in certa misura è ancora) perciò normale che un insegnante di conservatorio accettasse sedi anche lontanissime da casa, nella speranza, una volta di ruolo, di potersi "avvicinare".

Negli anni questa pratica è tra l'altro divenuta sempre più difficile perché, mentre un tempo (diciamo una trentina di anni or sono) gli insegnanti avevano diritto, come dipendenti statali, all'abbonamento gratuito ai treni, con il tempo l'abbonamento è divenuto scontato, poi è scomparso del tutto. E gli insegnanti, si ricordi bene, si devono pagare TUTTO quanto riguarda il loro spostamento verso la sede di pernottamento. E su stipendi che si aggirano in media sui 1600 - 1700 Euro al mese, la cosa non è senza rilevanza. Chiuso l'inciso, che peraltro andava fatto perché alcuni ancora pensano che insegnare in conservatorio sia redditizio e sia una sinecura.

Comunque, attualmente, mi pare dal 2000, è nata la pratica di "congelare" le cattedre, per assegnarle diversamente. In pratica, quando una cattedra rimane scoperta perché il titolare ad esempio va in pensione, il conservatorio può decidere di "congelare" una cattedra e non renderla disponibile per l'assunzione a tempo determinato. Il conservatorio predispone poi una graduatoria d'istituto e preleva il proprio insegnante da tale graduatoria.

Apparentemente, per quanto vessatoria nei confronti di coloro che con tanta fatica si sono "introdotti" nelle graduatorie nazionali, la pratica potrebbe essere vantaggiosa, consentendo ai conservatori di "scegliere" i propri insegnanti tra i più meritevoli. È quanto afferma nell'articolo Carioti e potrebbe essere anche vero, se non ci fossero alcuni problemini dovuti alla solita mancanza di completezza dei provvedimenti nel Bel Paese.

Infatti, quando esiste una discrezionalità, dovrebbe esistere anche una "punizione" per chi sbaglia o adopera in modo mafioso la propria discrezionalità: se un conservatorio assume un insegnante "sbagliato", invece, chi ci rimette sono solo gli studenti. Se avessimo un sistema all'americana, dove le università non sono tutte uguali, e ci sono (e la gente lo sa) università di serie A e di serie B (e C, ecc..-), il discorso potrebbe filare. Se il conservatorio assume un insegnante incapace, lo stato continua a pagare tutti, gli studenti si ritrovano un docente inefficace ma alla fine racimolano comunque un titolo di studio valido su tutto il territorio della Repubblica. Mentre in un sistema ideale i conservatori sarebbero in competizione tra di loro, i titoli di studio non sarebbero tutti uguali (ovvero esisterebbero dei conservatori il cui titolo è più prestigioso), non avrebbero comunque valore legale (e così ci toglieremmo dai piedi tutti coloro che sperano in un titolo in conservatorio al solo scopo di avere un "pezzo di carta") e soprattutto gli studenti PRETENDEREBBERO insegnanti di livello adeguato, perché sarebbero loro a pagare direttamente.

Allo stato attuale delle cose, poi, non è comunque giusto cambiare le regole a gioco in corso. Chi con molta fatica è entrato in graduatoria (magari con un concorso che prevedeva anche esami e non solo con la letterina raccomandata dei titoli...) ha diritto al famoso trasferimento, senza se e senza ma. Parlo pro domo mea, certo, ma anche in nome di tutti coloro che sono in graduatoria da anni, magari da decenni (l'orale del concorso della mia materia si è svolto nel 1994) e si vedono superati da colleghi che in alcuni casi sono più bravi, (e poi, che cosa vuol dire "più bravi"? Ci sono concertisti eccellenti che sono insegnanti improponibili) ma che in altri casi sono semplicemente "del posto" e conoscono direttori e componenti dei consigli accademici. Anche una volta esistevano assunzioni "per chiara fama" che gridavano vendetta al cospetto di Dio, ma allora i direttori non erano transeunti e con quelle mosse potevano anche attirarsi un fiume di fastidi legali.

Oggi "sorpassare" un collega è perfettamente legale, ma è da dimostrare che "faccia bene" al conservatorio. E comunque, bisognerebbe almeno avere la buona creanza di esaurire la permanenza in servizio di coloro che sono entrati con le "vecchie regole" e che hanno impostato la propria vita e quella dei propri cari sulla possibilità, un giorno, di "insegnare vicino a casa". Ripeto, parlo sicuramente pro domo mea, perché sono decenni che insegno in conservatori che sono sempre ad almeno cinque o sei ore di treno da casa, e sarei anche un po' stufo. Ma parlo anche a nome di tutti coloro che per fare quelle "dodici ore" la settimana, che scritte così sembrano un insulto a chi "lavora davvero", si fanno, pagandoseli di tasca propria, viaggi a volte più lunghi delle ore di lavoro effettivamente svolte. E la soluzione delle cattedre congelate non è altro che un peggioramento, la solita pioggia su un bagnato che ormai è quasi un'alluvione.

Quando avremo il coraggio di rivoluzionare davvero il sistema universitario e scolastico? Quando elimineremo, finalmente, il valore legale dei titoli di studio? Quando faremo pagare gli studi a chi vuole studiare, eventualmente aiutando i meritevoli con borse di studio efficaci e mandando gli svogliati a cavare patate nei campi? Quando avverrà che le scuole che sbagliano politica nella conduzione della propria azione didattica vengano lasciate senza fondi e CHIUDANO?

Sarà sempre troppo tardi.