Mercoledì scorso, una banale dimenticanza: mia figlia Serena, uscendo di casa, cambia borsa e dimentica a casa il portafogli con tutti i documenti, compreso l'abbonamento ai mezzi pubblici. Nel nostro paese passa un solo autobus, la mattina, e anche se se ne accorgesse non può scendere e tornare a casa, pena l'arrivo tardi a scuola. In tutti i casi, Serena non si accorge di aver perso l'autobus e viaggia tranquilla e ignara della sua sorte.
Dopo alcune fermate, la nemesi si abbatte sul suo capo quasi quindicenne, sotto forma di due solerti controllori dell'ATM di Alessandria, che salgono sul bus e iniziano a controllare i biglietti. Da notare, tra l'altro, la pericolosità sociale dei viaggiatori, quasi tutti studenti e scolari, e quindi quasi certamente provvisti di abbonamento.
Arrivati a Serena, i controllori richiedono di esibire (verbo quanto mai fuori luogo) l'abbonamento e l'utente (o utentessa) non è in grado, appunto, di procedere all'esibizione. A questo punto la folgore della giustizia si abbatte sulla rea che, adducendo la giustificazione di essere abbonata ma al momento sprovvista di documento, se la cava con la sospensione condizionale della pena, la non menzione nel casellario giudiziario, e una multa di euro 3, a patto che si rechi, anche sotto le spoglie di un genitore, alla sede ATM a mostrare l'abbonamento.
Tornata a casa, l'infelice fanciulla riferisce dell'accaduto ai canuti genitori, che il giorno dopo si recano alla sede dell'ATM per rabbonire la divinità offesa e pagare l'ammenda "in misura ridotta" previa "esibizione" dell'abbonamento della figlia. La quale figlia, dovendo lasciare l'abbonamento ai genitori e a scanso di ulteriori controlli e controllori, deve essere portata a scuola in macchina. I genitori infatti non possono permettersi di prendere l'unico autobus del mattino e attendere sino all'autobus del pomeriggio per tornare a casa, e optano per i servigi della sempre valida Fiesta Diesel.
Arrivati all'ufficio alle 8.15, i genitori della turpe contravventrice aspettano disciplinatamente le 8.30, ora canonica per l'apertura di qualsiasi cosa, ingannando l'attesa con la ricerca di un posteggio nelle vicinanze. Oddio, un piazzale ci sarebbe, ma naturalmente è "Vietato l'ingresso agli estranei", casomai la Fiesta dovesse bloccare il passaggio di qualche bus. Da notare che intorno alla sede ATM non si intravvedono fermate d'autobus.
Dopo la dovuta esibizione, il pagamento di Euro 3 e il rilascio di ricevuta debitamente timbrata e naturalmente illeggibile in quanto seconda copia del documento originale, i due genitori redenti si avviano all'uscita. Trionfa sui vetri un cartello: "Fatevi furbi, usate i mezzi pubblici".
Consuntivo della vicenda: un quattro litri di gasolio spruzzati nell'aere di Alessandria, diciamo sei euro. Tralasciamo gomme e olio. Un dieci minuti di tempo-uomo dell'impiegato, diciamo un altro paio di euro. Un paio d'ore della mattinata buttate via da parte dei genitori della scellerata e l'inquinamento dovuto al movimento di un'auto: senza prezzo come le pubblicità della Mastercard. E poi dovremmo farci furbi noi?
La soluzione: il controllore telefona in ufficio e chiede se l'utente è abbonata. Indi riscuote direttamente la multa di 3 euro e 50 centesimi per la telefonata.
Troppo semplice per l'Ucas (Ufficio per la complicazione degli affari semplici) che regna incontrastato su tutte le attività dell'uomo...
venerdì 21 maggio 2010
Ufficio per la complicazione degli affari semplici : "Prendete i mezzi pubblici!"
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